MILANO – Trascorse settimane di incertezze, smentite e interpretazioni contrastanti, è stata finalmente chiarita la questione delle proroghe per l’obbligo di sottoscrizione delle polizze contro le catastrofi naturali. Inizialmente, un comunicato governativo aveva lasciato intendere che tutte le micro e piccole imprese avrebbero beneficiato di un’estensione dei termini per adeguarsi alla normativa. Tuttavia, una successione di notizie contraddittorie, probabilmente influenzata da dinamiche politiche parlamentari, ha generato confusione.
Il Consiglio dei Ministri, nella riunione dell’11 dicembre 2025, ha definito con precisione le categorie che potranno usufruire della proroga: le micro e piccole imprese operanti nei settori della ristorazione, del turismo e della pesca. Per queste attività, il termine ultimo per l’adempimento è stato fissato al 31 marzo 2026, in precedenza ipotizzato per la fine del 2026.
Si ricorda che, per gli esercizi commerciali che somministrano alimenti e bevande e per le imprese del settore turistico-ricettivo, una precedente versione del decreto legge “Milleproroghe” aveva già previsto uno slittamento dell’obbligo assicurativo dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2026, termine poi ridotto al 31 marzo 2026.
Di seguito, i termini definitivi delle proroghe:
1° ottobre 2025 per le medie imprese (termine già scaduto);
1° gennaio 2026 per le micro e piccole imprese (escluse le attività di ristorazione, turismo e pesca);
31 marzo 2026 per le micro e piccole imprese dei settori ristorazione, turismo e pesca.
Per definire cosa si intende per micro e piccola impresa, si fa riferimento ai criteri stabiliti dalla Raccomandazione della Commissione Europea del 2003. Una micro impresa è definita come un’azienda con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo (o totale di bilancio) non superiore a 2 milioni di euro. Una piccola impresa, invece, impiega meno di 50 dipendenti e registra un fatturato annuo (o totale di bilancio) non superiore a 10 milioni di euro.
Luigi Giorgetti
